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Sindrome della capanna 🏠 perché fa paura uscire e tornare alla normalità

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Di TeamClio

Scritto da una persona, non da una AI

24 MAGGIO 2020

Si sente molto parlare di sindrome della capanna, in merito alla paura che molte persone stanno affrontando al pensiero di tornare alla vita di tutti i giorni dopo il lungo periodo di lockdown. In psicologia, la sindrome della capanna o del prigioniero non viene reputata un disturbo mentale, ma una reazione – più che legittima...continua

Si sente molto parlare di sindrome della capanna, in merito alla paura che molte persone stanno affrontando al pensiero di tornare alla vita di tutti i giorni dopo il lungo periodo di lockdown.

In psicologia, la sindrome della capanna o del prigioniero non viene reputata un disturbo mentale, ma una reazione – più che legittima – a un momento di forte stress come quello che tutti abbiamo vissuto e, ancora oggi, stiamo vivendo a causa dell’emergenza Coronavirus.

Cerchiamo di capire insieme cos’è la sindrome della capanna, perché uscire può fare tanta paura e cosa è possibile fare quando si soffre di questa sindrome in prima persona oppure se a soffrirne è qualcuno che ci è caro.

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Credits: Foto di Unsplash | Alexandre Chambon

COS’È LA SINDROME DELLA CAPANNA E PERCHÉ TUTTI NE PARLANO PROPRIO ORA

Finalmente, dopo mesi di isolamento, ci è possibile – seppure con molta gradualità e con dei limiti – tornare alle nostre vite e alle nostre abitudini. Se la maggior parte di noi ne è entusiasta, c’è anche chi vive la fine del lockdown con ansia e preoccupazione, senza alcuna voglia di uscire di casa.

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Credits: Foto di Unsplash | Claudia Soraya

Gli esperti parlano di sindrome della capanna o del prigionieroin inglese cabin fever – ed è una condizione piuttosto diffusa, al contrario di quel che si possa pensare. A esserne più colpiti sono coloro che hanno saputo gestire bene il periodo di isolamento e che, ora, provano un forte senso di smarrimento e inadeguatezza all’idea di scombussolare nuovamente la loro routine.

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Credits: Foto di Pexels | Cottonbro

 SINDROME DELLA CAPANNA: LA CASA COME UNICO POSTO SICURO

Le nostre case, inizialmente viste come prigioni, si sono trasformate con il tempo in un posto sicuro, che ci ha tenuto al riparo dal Coronavirus e che, in qualche modo, ha anche contribuito a far rallentare i nostri ritmi, regalandoci l’opportunità di ritagliarci più tempo per le cose davvero importanti.

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Credits: Foto di Unsplash | Trent Szmolni

Anche chi, inizialmente, ha mal sopportato l’idea della reclusione, può sentirsi a disagio all’idea di ritornare alla vita di un tempo, sia per paura (purtroppo, lo stato di allerta è ancora alto per quanto riguarda la diffusione del Coronavirus) sia per una sorta di affetto provato nei riguardi della nuova routine a cui ormai ci si è abituati.

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Credits: Foto di Unsplash | Priscilla Du Preez

I primi studi sulla sindrome della capanna risalgono agli inizi del ‘900, quando i cercatori d’oro negli Stati Uniti erano costretti a passare interi mesi all’interno di una capanna. Dopo l’isolamento, subentrava il rifiuto di tornare alla vita sociale e in comunità, accompagnato da sensazioni di stress e problemi nel gestire ansia e attacchi di panico improvvisi. Questo è quello che sta accadendo a molti di noi oggi, dopo il lockdown.

QUALI SONO I SINTOMI E LE PRIME SPIE D’ALLARME

La sindrome della capanna è molto diffusa, sia tra gli adulti che nei bambini. Ricordiamo, infatti, che anche i più piccoli stanno pagando il prezzo dell’emergenza. Esistono dei sintomi che accomunano tutti coloro che soffrono della sindrome della capanna o del prigioniero.

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Credits: Foto di Pexels | Daria Shevtsova

Nel dettaglio, i più comuni sono:

  • letargia
  • scarsa concentrazione
  • mancanza di motivazione e apatia
  • tristezza
  • paura di uscire

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Credits: Foto di Unsplash | Yuris Alhumaydy

Può capitare, infatti, di sentirsi stanchi e intorpiditi, con la strana e immotivata necessità di fare pisolini pomeridiani e difficoltà ad alzarsi presto al mattino. Possono subentrare stati di angoscia e agitazione, che accompagnano specialmente l’idea di uscire. Chi soffre di questa sindrome si sente bene e al sicuro solo tra le mura domestiche, come se non avesse bisogno di nient’altro.

Ragazze, finora abbiamo parlato dei sintomi della sindrome della capanna e dato una definizione a questa particolare condizione di stress e paura che è comune a molti. Girate pagina e continuate a leggere per scoprire quali sono i rimedi per ovviare al problema.